Mi sono commossa, certo, come tutti, quando ho visto la sua immagine, quel volto spettrale che smentisce clamorosamente la dichiarazione di essere stato trattato bene. Mi sono commossa e indubbiamente sono contenta che sia libero. Però davvero non ce la faccio a gioire. Non posso festeggiare quando oltre mille efferati terroristi dalle mani grondanti di sangue sono messi in condizione di tornare a rapire e uccidere e torturare e smembrare come hanno sempre fatto. Non posso festeggiare quando a una delle più mostruose organizzazioni terroristiche del mondo viene regalato un simile trionfo di portata planetaria – e non perde un secondo per dichiarare che di tale trionfo saprà fare buon uso. Non posso festeggiare quando all’industria dei rapimenti è stato dato un così potente impulso e incentivo. E non posso dimenticare il grazioso metodo inventato e messo a punto da papa Alessandro VI quando le circostanze lo portavano a dover liberare un ostaggio: offrirgli un’ultima cena, opportunamente “condita”, che poco tempo dopo la liberazione lo portava a morte. Fantasie, certo. Infondate, spero. Una cosa comunque è certa: uno stato in cui mille sentenze di tribunale seguite a regolare processo vengono annullate dall’esecutivo, non potrà mai più pretendere di essere uno stato di diritto. barbara