L'8 gennaio 1985 il Dipartimento di Stato americano pubblica un Libro Bianco sull'opera di eversione e destabilizzazione della Libia. Si legge nel documento:
Gheddafi ha utilizzato il terrorismo come uno dei principali strumenti della sua politica estera, ed appoggia i gruppi estremisti che fanno uso di tattiche terroristiche. Tripoli gestisce numerosi campi di addestramento, dove gruppi dissidenti stranieri imparano a maneggiare esplosivi, ad effettuare dirottamenti ed assassinii, e ad usare le tecniche dei commando e della guerriglia. La Libia, inoltre, usa illegalmente i privilegi diplomatici, di cui si serve per accumulare armi ed esplosivi nelle sue sedi diplomatiche […]. Gheddafi ha nel mirino anche i governi arabi moderati, colpevoli, ai suoi occhi, di non voler proseguire la lotta militare contro Israele e di intrattenere rapporti con i paesi occidentali. Esistono prove che la Libia ha sostenuto piani per assassinare leader arabi come il presidente egiziano Mubarak e l'ex presidente sudanese Nimeiry [...]. Gheddafi nutre una particolare simpatia per il gruppo di Abu Nidal, a causa dell'alto numero di successi da lui riportati nelle azioni terroristiche. La Libia ha poi dato asilo al famigerato terrorista Carlos, che ha diretto una rete di terroristi mercenari. Il suo gruppo è responsabile di numerose azioni, fra cui la cattura dei ministri dell'OPEC tenuti in ostaggio a Vienna nel 1975. La ferma volontà di Gheddafi di colpire gli interessi degli Stati Uniti e di diffondere la sua filosofia rivoluzionaria è alla base dell'ingerenza libica nell'America Latina. Tripoli considera il Nicaragua alla stregua di una propria base nell'America Centrale e, di conseguenza, tenta di rafforzare il regime sandinista di Managua.
In altri rapporti, pubblici o riservati, Gheddafi viene inoltre accusato di sovvenzionare o di armare, in Spagna, l'ETA basca; in Germania, la banda Baader-Meinhof; in Italia, i terroristi di Ordine Nuovo, di Prima Linea, delle Brigate Rosse e alcuni gruppi sardi e siciliani con velleità secessionistiche; in Francia, il movimento che si batte per l'indipendenza della Corsica. Il regime libico è inoltre condannato per essersi servito, fra il 1976 e il 1979, di ex agenti della ClA, come Edwin P. Wilson e Francis E. Terpil, per procurarsi armi e strumenti sofisticati e per addestrare i terroristi arabi. Nel marzo del 1985 la ClA elabora un rapporto di ventitré pagine, che dovrebbe restare segreto e che si intitola: Gheddafi e la Libia: una sfida agli Stati Uniti e agli interessi occidentali. Nel rapporto si sostiene che la Libia fornisce «denaro, armi, base operativa, assistenza di viaggio e addestramento a circa trenta gruppi eversivi, dislocati in Guatemala, El Salvador, Colombia, Cile, Repubblica Domenicana, Spagna, Turchia, Iraq, Libano, Pakistan, Bangladesh, Thailandia, Filippine, Niger, Ciad, Sudan, Namibia e altre otto nazioni africane. Interferenze di Gheddafi, sotto forma di aiuto finanziario all'opposizione o a esponenti di sinistra, sono rilevate in Austria, Gran Bretagna, Saint Lucia, Costarica, Dominica, Antigua e Australia».Altre accuse al regime di Tripoli vengono mosse dagli oppositori di Gheddafi, che si sono rifugiati in vari paesi, fra i quali l'Egitto, il Marocco, la Gran Bretagna, l'Italia e gli Stati Uniti. Essi denunciano un tentativo di sequestro ai danni di Abdel Monein al-Huni, il 6 marzo 1976, e il tentativo di assassinare l'ex primo ministro di re Idris, Abdel Hamid al Baccusc, e l'ex membro del CCR, Mohamed al-Mugarieff, l'11 marzo 1985, alle porte di Alessandria d'Egitto. Anche la misteriosa scomparsa dell’iman Moussa Sadr finisce sul conto di Gheddafi. Secondo ricostruzioni abbastanza attendibili, egli sarebbe stato ucciso a Tripoli per errore, nell'agosto del 1978. In seguito, per cancellare le tracce del delitto, si sarebbe inscenata una finta partenza dell’iman per Roma, con il volo 881 dell'Alitalia. Ma a Roma Moussa Sadr non è mai giunto. (Da Gheddafi di Angelo del Boca, pp. 102-103)Magari qualcuna di queste cose sarà stata un po’ esagerata, qualcuno di questi dati un po’ gonfiato, qualche dettaglio intrufolato abusivamente. Ma se anche solo la metà fosse vera, o un quarto, o addirittura un decimo, credo che potrebbe essere sufficiente per rifiutarsi di stringere la mano a quest’uomo. E di fare affari con lui. E stipulare accordi. Soprattutto quando si tratti di accordi che riguardano vite umane. E, a proposito di vite umane, andate a guardarvi questo filmato, che non credo abbia avuto grandissima pubblicità, per lo meno in Italia.barbara