fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza |
Diario
31 gennaio 2008
IL MURO INVISIBILE
La nostra via era più piccola della maggior parte delle altre. Aveva solo una lunga fila di case su un lato e due file più brevi di uguale lunghezza da quello opposto, intersecato com'era da un'altra strada, chiamata Brook Street. Saliva leggermente sulle pendici di una collina che si alzava nella zona alta della città. Era una piccola strada tranquilla, che si notava difficilmente in mezzo alle altre ampie strade, ma ciò che la distingueva da tutte le altre era il fatto che noi vivevamo da una parte e loro dall'altra. Noi eravamo gli ebrei e loro i cristiani. In realtà quello che avevamo lì era un ghetto in miniatura, poiché c'era un muro invisibile fra le due parti, e sebbene lo spazio che le separava fosse solo di pochi metri, in quanto la strada era molto stretta, la distanza sociale avrebbe potuto essere di chilometri e chilometri. C'era molto poco movimento, da una parte all'altra; era difficile che ci fosse una qualche sorta di promiscuità. Non che dalla loro parte si dimostrasse sempre dell'ostilità verso di noi. Niente a che vedere con Back Brook Street o Bann Street, o altri posti del genere, nei quali un ebreo dotato di amor proprio non avrebbe osato neppure avventurarsi. I cristiani della nostra strada non erano come i cristiani di quelle altre strade, che non facevano che bere birra e prendersi a botte, e avevano modi rozzi e un linguaggio volgare. I nostri cristiani erano per lo più persone tranquille e rispettabili, e i due lati della via erano fra loro in rapporti abbastanza buoni. Ai nostri genitori, la gran parte dei quali era arrivata dalla Polonia o dalla Russia all'inizio del secolo, fuggendo i pogrom nei loro paesi, quella piccola strada doveva essere apparsa come un vero rifugio. Cionondimeno c'era questa distanza fra noi. Ed era osservata da tutti, sebbene con una o due eccezioni, di tanto in tanto.
Il libro – autobiografico – è la storia di questi cristiani e di questi ebrei, di questa vicinanza e di questa distanza, di questa separazione e di queste eccezioni. E dei buoni e dei cattivi, dei coraggiosi e dei vigliacchi, dei miti e dei violenti, da una parte come dall’altra. Un libro bello e intenso, che merita di essere letto.
Harry Bernstein, Il muro invisibile Piemme

barbara
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MEGLIO UN MURO OGGI
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Ugo Volli

”Tu dichiari, amico mio, di non odiare gli ebrei, di essere semplicemente ‘antisionista’. E io dico: quando qualcuno attacca il sionismo, intende gli ebrei. E che cos’è l’antisionismo? È negare al popolo ebraico un diritto fondamentale che rivendichiamo giustamente per la gente dell’Africa e accordiamo senza riserve alle altre nazioni del globo. È una discriminazione nei confronti degli ebrei per il fatto che sono ebrei, amico mio. In poche parole, è antisemitismo… Lascia che le mie parole echeggino nel profondo della tua anima: quando qualcuno attacca il sionismo, intende gli ebrei, puoi starne certo.” M.L. King


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