Diario
6 novembre 2006
LA LUNA E IL SUO BARDO – CAPITOLO 9
Furono tre giorni di frenesia folle. Tutti gli uccelli e tutte le farfalle furono mobilitati per avvertire gli uomini del terremoto imminente e convincerli ad abbandonare per un po’ le loro case (non tutti gli uomini, per la verità, si lasciarono convincere facilmente, ma appena i messaggeri mostravano loro l’emblema della regina delle fate, comprendevano e partivano senza più discutere). Tutti i ragni si diedero a tessere febbrilmente ragnatele fittissime intorno ad ogni casa, ad ogni palazzo, ad ogni monumento, ad ogni ponte. E tutti gli animali della Terra arrivarono a frotte e si disposero ordinatamente intorno alla piramide in cerchi concentrici. Vennero i grossi quadrupedi – elefanti, bisonti, ippopotami, rinoceronti, bufali. Vennero quadrupedi più piccoli – stambecchi, gazzelle, caprette, cani e gatti per una volta senza liti, ratti e criceti, pangolini e armadilli, marmotte e castori. Vennero coccodrilli e alligatori, iguane e varani, tartarughe e piccole lucertole. Vennero foche e trichechi per battere le loro grosse pinne. Vennero miriadi di talpe che si interrarono ai piedi della piramide per meglio farla vibrare. Vennero schiere di grossi serpenti, che si annodarono strettamente intorno alla piramide al di sotto della linea di congiunzione fra le due pietre che imprigionavano la ninfa, in modo da far spezzare la piramide proprio in quel punto. Vennero anche formiche, millepiedi, le micidiali scolopendre, pulci, termiti, mosche, zanzare, cicale, calabroni, maggiolini, pronti a dare anch’essi il loro piccolo contributo battendo le loro minuscole zampette sulla terra per provocarne il sommovimento che avrebbe mandato a pezzi la piramide e liberato la ninfa Crisolina. Venne anche un drago, l’ultimo rimasto sulla Terra, scampato alle orde di santi, eroi e cavalieri che avevano provocato lo sterminio della sua specie. Da tempo immemorabile viveva nascosto, rintanato in una grotta profondissima, ma anche laggiù era giunto il richiamo della regina delle fate, ed era prontamente accorso per dare il suo contributo. Era un po’ arrugginito per la mancanza di esercizio, ma ben deciso a compiere il suo dovere; così si pose ai piedi della piramide per inondarla con i suoi getti di fuoco. E vennero, terminato il loro compito di ambasciatori, tutti gli uccelli, che si posero in volo sopra la piramide, pronti a battere freneticamente le loro ali per provocare un forte spostamento d’aria che avrebbe facilitato la caduta dei massi. Quando tutto fu pronto, l’ariete magico della scorta d’onore della regina delle fate si svitò un corno e lo porse al vecchio cinghiale, che vi soffiò dentro con forza: era il segno.
barbara
| inviato da il 6/11/2006 alle 18:3 | |
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