Diario
15 ottobre 2006
LA LUNA E IL SUO BARDO – CAPITOLO 3
Tutti gli uomini, ormai, sulla terra, si erano accorti che la luna non era più quella. La luce del sole non riusciva più a nutrirla, e sempre più pallida e opaca si trascinava ogni notte nel suo lungo giro. Sempre più lenta percorreva il suo tragitto: malata d’amore, non riusciva più a vivere senza il suo menestrello. A volte, verso la fine della notte, del tutto esausta, si accasciava senza neppure terminare il suo giro celeste, e lasciava intere lande prive della sua luce. Gli uomini, colti dal terrore di perdere l’argentea regina del cielo, guardavano in su, si interrogavano, senza trovare risposta e, soprattutto, senza trovare soluzione. Nessuno, del resto, trovava una soluzione: a tutti ormai si era rivolta la triste regina innamorata, a tutti aveva chiesto aiuto, ma da nessuno lo aveva trovato, nessuno aveva notizie del menestrello scomparso.
E tuttavia qualcuno sapeva, qualcuno il cui sguardo poteva trapassare le pietre e le rocce, gli abissi e le distanze siderali. Sì, qualcuno sapeva. Ma non poteva parlare: era lo spirito della ninfa Crisolina. Era stata una ninfa buona, nella sua millenaria esistenza: aveva aiutato gli amanti disperati e le anime infelici, aveva ritrovato fanciulli smarriti nei boschi e salvato giovani caduti nelle acque dei laghi e dei ruscelli. Ma aveva suscitato l’ira delle dee invidiose della sua ineguagliabile bellezza, e la rabbia degli dei che mai avevano potuto possederla, né con lusinghe, né con minacce. Alla fine avevano deciso di punirla: poiché non potevano ucciderla, né farla scomparire, l’avevano attirata con un inganno nella residenza degli dei, l’avevano legata e posta su un braciere. Lì l’avevano lasciata ardere per diecimila anni, finché il suo corpo non fu del tutto consumato, poi avevano imprigionato il suo spirito fra due grosse pietre di una piramide, affinché non potesse mai più comunicare con alcuno. Infine, affinché ancora più grande fosse il suo tormento, le avevano dato la visione degli universi: tutto ciò che avveniva, lo spirito di Crisolina lo sapeva, ma non lo poteva comunicare a nessuno. E così aveva visto la luna di elul assalita dagli uomini malvagi fra le sabbie del deserto e depredata di tutto, aveva visto la sua straziante agonia, il consesso degli astri, l’arrivo del menestrello che, guidato dal proprio amore, l’aveva salvata. E aveva visto anche ciò che al dolce menestrello era poi accaduto. E aveva visto la splendida luna, disperata per la perdita del suo amato, trasformarsi in una povera cosa opaca, decisa ormai a voler morire piuttosto che vivere senza di lui. Tutto, tutto aveva visto lo spirito di Crisolina, che ora si consumava dal desiderio di aiutare quelle anime infelici, ma che fare? Che fare?
barbara
| inviato da il 15/10/2006 alle 1:10 | |
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